due appuntamenti

21 DICEMBRE 2024
12 GENNAIO 2025
DUE
APPUNTAMENTI

PAPA FRANCESCO
SPES
NON CONFUNDIT
BOLLA DI INDIZIONE
DEL GIUBILEO
ORDINARIO
DELL'ANNO 2025

COS'È IL GIUBILEO?
Giubilare significa “gridare di gioia”.
Ma cos’è davvero il Giubileo?
Per tanti di noi significa soltanto traffico, la città piena di “turisti” e l’aumento del prezzo delle case, ma l’anno del Giubileo è un anno di grazia: un anno dichiarato santo, in cui siamo chiamati a riconciliarti con Dio e tornare ad essere partecipi della Sua vita divina, come il ferro incandescente partecipa della vita del fuoco...
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Il Giubileo affonda le sue radici nell’Antico Testamento: ogni cinquant’anni veniva celebrato un anno di riposo della terra e di liberazione degli schiavi, per restituire loro l’uguaglianza e per ridurre le distanze sociali.
“Dichiarerete santo il cinquantesimo anno e proclamerete la liberazione nel paese per tutti i suoi abitanti. Sarà per voi un giubileo; ognuno di voi tornerà nella sua proprietà e nella sua famiglia. Il cinquantesimo anno sarà per voi un giubileo; non farete né semina, né mietitura di quanto i campi produrranno da sé, né farete la vendemmia delle vigne non potate. Poiché è il giubileo; esso vi sarà sacro; potrete però mangiare il prodotto che daranno i campi.” (Lv 25, 10-12).
Il termine “Giubileo” deriva dalla parola ebraica jobel che indicava il corno d’ariete utilizzato per annunciare l’inizio dell’anno giubilare. Stando dunque all’Antico Testamento, l’anno del Giubileo portava con sé una generale liberazione da condizioni di miseria, schiavitù ed emarginazione. La legge prevedeva che durante l’anno giubilare la terra non venisse lavorata, che gli schiavi venissero liberati e che le case acquistate durante il Giubileo precedente tornassero senza indennizzo al primo proprietario. Nel Nuovo Testamento Gesù si presenta come colui che è venuto a portare a compimento il Giubileo antico. L’evangelista Luca racconta che “Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; apertolo trovò il passo dove era scritto: Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l'unzione, e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; per rimettere in libertà gli oppressi, e predicare un anno di grazia del Signore.” (Lc 4, 17-19; Is 61, 1-2). L'espressione di Is 61,2 tradotta "anno di grazia" si rifà chiaramente alla legge del Libro del Levitico sull'anno giubilare.​
PERCHÈ INTERESSA A TE?
Perché la tua storia è una storia sacra, anche se lo hai dimenticato e ti sei distratto nelle tante cose belle della tua vita, cose che Dio ti ha donato o se, al contrario, forse stai faticando a trovare il senso di tutto...
Non importa quanto ci sentiamo indegni dell’amore di Dio: Egli ha scritto il nostro nome sul libro della Vita e aspetta trepidante che torniamo a Lui.
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“Tutti sperano. Nel cuore di ogni persona è racchiusa la speranza come desiderio e attesa del bene, pur non sapendo che cosa il domani porterà con sé. L’imprevedibilità del futuro, tuttavia, fa sorgere sentimenti a volte contrapposti: dalla fiducia al timore, dalla serenità allo sconforto, dalla certezza al dubbio. Incontriamo spesso persone sfiduciate, che guardano all’avvenire con scetticismo e pessimismo, come se nulla potesse offrire loro felicità. Possa il Giubileo essere per tutti occasione di rianimare la speranza. La Parola di Dio ci aiuta a trovarne le ragioni.”. Queste sono le parole con le quali Papa Francesco ha introdotto la Bolla Spes non confundit, che significa “la speranza non delude”.
Il Giubileo è un tempo in cui abbiamo la possibilità di sperimentare quanto infinita la Misericordia del Signore, di ritornare a Lui, di convertirci e Credere, spogliandoci dell’“uomo vecchio” per rivestire “l’uomo nuovo”. Un tempo dedicato a promuovere la santità di vita, consolidare la fede, favorire le opere di solidarietà e la comunione fraterna. ​
COS'È L'INDULGENZA PLENARIA?
L’indulgenza che Dio vuole donarci è plenaria, cioè volta a perdonarci tutto, tutto! L’indulgenza che siamo chiamati a sperimentare ci purifica e libera per intero dalle conseguenze che hanno i peccati nella nostra storia. Anche se Dio ci ha già perdonati, non è altrettanto vero che la nostra vita sia frutto del Suo perdono ma è ancora conseguenza dei nostri errori.
L’indulgenza, quindi, permette a Dio di farci ricominciare dalla Grazia e non dal peccato.
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“L’indulgenza è la remissione dinanzi a Dio della pena temporale per i peccati, già rimessi quanto alla colpa, che il fedele, debitamente disposto e a determinate condizioni, acquista per intervento della chiesa, la quale, come ministra della redenzione, dispensa ed applica autoritativamente il tesoro delle soddisfazioni di Cristo e dei Santi. L’indulgenza è parziale o plenaria secondo che libera in parte o in tutto dalla pena temporale dovuta per i peccati. Ogni fedele può lucrare per sé stesso o applicare ai defunti a modo di suffragio indulgenze sia parziali sia plenarie”. Nel corso dei secoli e ancora oggi, il termine ha assunto una connotazione negativa nell’immaginario collettivo, a causa della questione della vendita delle indulgenze. La diffusione delle indulgenze collegate all’offerta pecuniaria del penitente, era cresciuta nella cristianità rinascimentale e se da una parte la predicazione sembrava essersi spostata dalle verità della fede ai benefici spirituali di una pratica penitenziale, dando l’impressione che la Salvezza si potesse barattare in cambio di denaro, dall’altra parte la Chiesa continuava a sostenere gli effettivi motivi spirituali della predicazione sulle Indulgenze.
Per comprendere la storia del Giubileo e cosa s’intende per Indulgenza plenaria, bisogna partire da due intermediari che hanno anticipato la pratica del Giubileo, ponendo anche le basi per il suo futuro sviluppo: San Francesco d’Assisi e il pontefice Celestino V. Nel corso del Duecento vi erano due occasioni a cadenza ciclica annuale per ricevere l’indulgenza; tali occasioni erano l’Indulgenza della Porziuncola e quella della Perdonanza aquilana. La prima era stata concessa da Papa Onorio III, su richiesta di Francesco d’Assisi, a tutti i fedeli che, confessati e pentiti, si fossero recati tra il 1° e il 2° di agosto alla Porziuncola di Assisi. Invece, il pontefice Celestino V, nel 1294, concesse l’indulgenza plenaria a tutti coloro che, pentiti e confessati, si fossero recati alla chiesa di Santa Maria in Collemaggio all’Aquila, tra il 28 e il 29 agosto, in occasione della festa del martirio di San Giovanni Battista. Le due iniziative erano dunque finalizzate all’elargizione della Misericordia di Dio e vennero accolte con fervore dai fedeli, il che portò sicuramente il pontefice e i suoi successori ad estendere questo dono alla Chiesa Universale. Infatti nel 1300, il pontefice Bonifacio VII con la Bolla Antiquorum habet fida relatio indisse il primo Giubileo ordinario. Già dal 1299 si stava diffondendo la voce che, durante l’anno centenario, i visitatori delle basiliche dei Santi Pietro e Paolo avrebbero ricevuto una “pienissima remissione dei peccati”. L’enorme afflusso di fedeli portò Bonifacio VIII a concedere l’indulgenza per tutto il 1300 e in futuro, ogni cento anni. Sarà poi Paolo II, nel 1470, a fissare la cadenza dell’Anno Santo ogni venticinque anni.
COSA DOBBIAMO FARE?
Nel corso dell’anno sarà possibile vivere un passaggio: dal fallimento a una nuova possibilità; dalla divisione alla riconciliazione; dalla sfiducia alla fede; dall’egoismo all’amore; dal buio alla luce. Varcare una delle quattro Porte Sante è l’invito di Dio a ritornare dalla Sua parte. Le condizioni per ricevere questo dono sono la confessione, la comunione e la preghiera secondo le intenzioni del Papa. L’indulgenza può essere applicata anche in forma di suffragio alle anime del Purgatorio.
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Nelle “Norme sulla Concessione dell’Indulgenza durante il Giubileo Ordinario dell’anno 2025 indetto da Sua Santità Papa Francesco”, viene riportato che tutti i fedeli mossi da spirito di carità, veramente pentiti, nel corso dell’Anno Santo, “purificati attraverso il sacramento della penitenza e ristorati dalla Santa Comunione, pregheranno secondo le intenzioni del Sommo Pontefice, dal tesoro della Chiesa potranno conseguire pienissima Indulgenza, remissione e perdono dei loro peccati, da potersi applicare alle anime del Purgatorio in forma di suffragio”. Sarà possibile ricevere l’indulgenza attraverso i pellegrinaggi, sia a Roma visitando almeno una delle basiliche papali, sia in Terra Santa in almeno una tra le basiliche del Santo Sepolcro a Gerusalemme, della Natività a Betlemme e dell’Annunciazione a Nazareth. Viene precisato che l’indulgenza può essere ottenuta anche partecipando alla Messa, al Rosario, alla Via Crucis e ad altre celebrazioni in un pellegrinaggio “verso qualsiasi luogo sacro giubilare” o “in altre circoscrizioni ecclesiastiche”, cattedrali e chiese, secondo quanto disposto dai vescovi locali. Coloro che, per gravi motivi (gli anziani, gli infermi, i reclusi, coloro che, in ospedale o in altri luoghi di cura, prestano servizio continuo ai malati) non potranno partecipare alle celebrazioni, ai pellegrinaggi, potranno comunque ricevere l’Indulgenza plenaria “se uniti in spirito ai fedeli in presenza, particolarmente nei momenti in cui le parole del Sommo Pontefice o dei Vescovi diocesani verranno trasmesse attraverso i mezzi di comunicazione, reciteranno nella propria casa o là dove l’impedimento li trattiene il Padre Nostro, la Professione di Fede in qualsiasi forma legittima e altre preghiere conformi alle finalità dell’Anno Santo, offrendo le loro sofferenze o i disagi della propria vita”. Infine, l’Indulgenza, viene annessa anche alle opere di misericordia e penitenza. Nella Bolla Spes non confundit, si legge che “nell’Anno Giubilare saremo chiamati ad essere segni tangibili di speranza per tanti fratelli e sorelle che vivono in condizioni di disagio”.

Missione
Giubilare
Per molti il Giubileo passerà come qualcosa che colpisce la città, ma non i cuori delle persone. Molti rischiano di non sentirsi interpellati dal dono. Molti hanno bisogno che qualcuno annunci loro, perché gli occhi si aprano alla misericordia di Dio.